La quantità di allenamento non è la variabile più importante

La quantità di allenamento NON è la variabile più importante. Anzi, allenarsi meno può portare a risultati migliori, se sai come farlo!

Capita spesso di parlare con persone che hanno una routine di allenamento settimanale eccessiva caratterizzata da tanti e lunghi allenamenti e magari anche organizzati senza nessuna logica. Oppure al contrario si passa a situazioni ad allenamento zero. Ciò che accomuna entrambe queste casistiche è la mancanza di risultati e soddisfazioni e/o le problematiche fisiche che sopraggiungono nel tempo.

Uno studio pubblicato sul Journal of Strenght and Conditioning Research ha confermato per l’ennesima volta l’importanza dell’organizzazione per fasi (carico e scarico) di un percorso di allenamento al fine di migliorare i risultati che da esso si possono ottenere.

Il nostro corpo risponde a precise regole imposte dalla fisiologia (e non solo) che se non vengono rispettate possono rendere inutili i nostri sforzi oppure, nella peggiore delle ipotesi, portare a seri infortuni.

In estrema sintesi possiamo confermare come gli stimoli “BREVI e INTENSI” (stimoli acuti) sono da preferire rispetto a stimoli “LUNGHI e DI BASSA INTENSITA’” (stimoli cronici).

La programmazione di un percorso di allenamento è un passaggio necessario se si vogliono ottenere specifici e migliori risultati; al contrario l’improvvisazione può portare a perdite di tempo, minori risultati e un aumento del rischio di infortuni.

Nel caso specifico dell’articolo riportato di seguito si fa riferimento al fatto che a seguito di un protocollo di allenamento di forza di 8 settimane, una riduzione maggiore e immediata del volume di allenamento (del 54%) ha portato a successivi benefici in termini di capacità di forza rispetto a variazioni minori e più graduali.

Per approfondire: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33337705/