Lo studio osservazionale NutriNet-Santè, recentemente pubblicato sul British Medicine Journal, ha posto la lente di ingrandimento sulla correlazione tra l’uso di dolcificanti artificiali come aspartame, acesulfame K e sucralosio e il rischio di sviluppare coronaropatie e malattie cardiovascolari.

Un team di ricercatori dell’istituto francese per la salute e la ricerca medica (Iserm) ha analizzato un campione di più di 100000 soggetti in un arco temporale di 12 anni, sottoponendo via web ai partecipanti allo studio,  un diario alimentare molto dettagliato che includeva tutte le fonti alimentari (bevande, dolcificanti da tavola, alimenti) che potessero contenere i citati dolcificanti.

Da questo studio è emerso che il 37% dei partecipanti faceva uso di dolcificanti artificiali, con un consumo medio di 42,46 mg/die. Sono poi stati creati due gruppi in base alle quantità di dolcificanti presenti nella dieta dei partecipanti allo studio: un gruppo “a basso consumo” con una media di assunzione di dolcificanti artificiali di 7,46 mg/die e un secondo gruppo “ad alto consumo” con una media di assunzione di 77,6 mg al giorno.

Cosa è emerso di veramente significativo?

Prima di tutto, il gruppo “ad alto consumo” presentava un BMI (Body Mass Index) più alto rispetto ai pazienti che hanno dichiarato di non fare uso di dolcificanti artificiali.

In secondo luogo, l’assunzione di aspartame è risultata correlata a un aumentato rischio di eventi cerebrovascolari, mentre quella di acesulfame k e il sucralosio ad un maggior rischio di malattia coronarica, rispetto a chi non ne faceva uso.

Non solo: il gruppo “ad alto consumo” si è ammalato di più rispetto a quello “a basso consumo”.

Essendo uno studio osservazionale non si può parlare di relazione causa effetto, tuttavia i dati suggeriscono una possibile associazione tra il consumo dei dolcificanti artificiali studiati e l’aumentato rischio di alcune malattie.

Serviranno altri studi per confermare questi dati, ma quello che emerge è che i dolcificanti artificiali, assunti in sostituzione dello zucchero spesso in modo incongruo, non sono la soluzione al problema del sovrappeso e potrebbero addirittura rappresentare un rischio per la salute.

Dott. Giovanni Cioni

BIBLIOGRAFIA

1)     Debras C et al, Artificial sweeteners and risk of cardiovascular diseases: results from the prospective NutriNet-Santé cohort, BMJ 2022;378:e071204